Uno col Khidr del tuo Essere. 9 Colui che viene da lontano, ritorna a Casa.

27.03.2024 14:41

Uno col Khidr del tuo Essere. 9 Colui che viene da lontano, ritorna a Casa.

                                           COLUI CHE VIENE DA LONTANO

https://presenzasenzaforma.files.wordpress.com/2023/02/san-michele-arcangelo.jpg?w=640” Una volta, da un mondo che sta oltre le stelle, un uomo venne dal paese della Luce, per prendere dalla Terra un prezioso gioiello che era custodito da un pericoloso serpente.

Quando arrivò al paese dove stava il gioiello, cambiò la sua fisionomia, affinché la gente del luogo non si rendesse conto che veniva da un’altro posto e si mettesse sulla difensiva. Però, avendo bisogno di alimentarsi come loro e dovuto al fatto che si trovava nella loro atmosfera, cadde in uno stato di sonno e dimenticò la sua missione.

Incontrò altri che lo riconobbero e lo avvertirono del suo sonno, inutilmenteIn quel momento nel paese della Luce il padre si accorse di ciò che era accaduto a suo figlio e gli inviò rapidamente un messaggio, dicendogli che doveva svegliarsi e continuare la sua missione. Il messaggio lo scosse, e nella sua mente cominciò ad affiorare il ricordo della sua origine. Si svegliò. Prese il gioiello ed ammazzò il serpenteQuindi cambiò di nuovo la sua fisionomia come la gente del paese della Luce.

Quando arrivò nella sua casa riconobbe le sue origini con maggiore chiarezza di quando vi abitava.

Il Paese sul quale l’uomo era sceso è  la Terrail gioiello è l’Essenza dell’uomo di questo mondo ed il Messaggero è l’ Istruttore che chiama l’uomo a ricordare le sue origini e il suo ritorno: il Serpente e l‘Alimento sono le condizioni ambientali e le menti umane dei terrestri che qui si trovano.

Di fatto questa storia si ripete sia in favola che in rituali religiosi più volte e in più luoghi di quelli che si possano pensare.

Il solo sentire la chiamata è rispondere.

L’uomo ha un origine e un destino; a meno che si ricordi perderà entrambi.”

Alfredo, 7 settembre 1987

Senza l’abbandono fiducioso nelle mani provvide del Progettista, non è possibile comprendere il disegno evolutivo, al  quale anche l’Uomo/Donna  appartiene  nella dimensione terrena. Una volta compreso  la ragione del viaggio in Terra, occorre realizzare questa motivazione per tornare a Casa. E’ via difficile quella del Ritorno; forse impossibile, nel caso che fosse tentata con il solo uso della sola forza personale. Occorre la purezza di giglio dei campi di Matteo 6, 25-34 [1] che nell’Uomo/Donna consiste nell’abbandono fiducioso in Dio Padre, come agnellino che il Cristo Universale porta sulle sue spalle per il ritorno alla Casa, dove ci sono molte dimore. Se cerchi la ragione del viaggio, che, dall’inferno che è in terra, ti porta al regno dei cieli, potresti guardare alle beatitudini di Matteo 5 [2]. Per sostenere  la prova, qui in Terra, per quanto dura possa essere,  senza spezzarsi, forse è necessario fare uso  della santa allegria, poiché Dio ama un donatore allegro  2Cor. 9,7”Ciascuno dia secondo quanto ha deciso nel suo cuore, non con tristezza né per forza, perché Dio ama chi dona con gioia”. Monna Lisa, in perfetto equilibrio con Se stessa, sorridendo in modo enigmatico, spiega con quello  il motivo della prova ed indicando la Via.

https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgWboZ3-LJs-hgdKqRTcH5XTkC9NhOTCbfNd35WHKROiMzPqhSioANatTWBUiQVAkrka6qzK6SySyJAh71GfbBkZaaDSypWFJ_Rv9T5tb2YebrSRnF_vk_zW2os8xx5OqSbgs5U6whPi6MBU9mNx4DO1lkgqwkC8U1OD_tlf3mCCx_2nmnVl-SGZrsA=w206-h136Quando gli artisti del kintsugi riparano un oggetto rotto, lo valorizzano con l’oro. Rompendosi, la ceramica può prendere nuova vita attraverso la fusione di lacca urushi con polvere aurea,  che  viene posta  a saldare le linee di frattura dell’oggetto e questo diviene ancora più pregiato. Grazie alle sue cicatrici, coperte d’oro.

 

 

https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEg3mCu2JD4bcmZvM7n5A4eZjwqONwtGdnfRqpIFSjjNeKbnYgNARgcevSgf-0DjGD_cYKvrBGsM4Dtth2-j6sP969EoPDmQhb0bo_tRLThsr8WfMSeCeAkAnfXiywIXcLIqYKUrBvpjwNPI_JBkKwHuiHQT9n0RR5oBjKqmaHdqRIkokGb215azujQv=w208-h139L’arte di abbracciare il danno, di non vergognarsi delle ferite, anzi imparando da quelle la via per divenire migliori,  è la forte lezione simbolica suggerita dall’antica arte giapponese del kintsugi, di innegabile origine zen.

 

 Cuore ardente

https://presenzasenzaforma.files.wordpress.com/2023/03/cuore-fiammeggiante-intravisto-e-subito-fuggito-ha-nome-perseo-1.jpgL’asprezza, che potrebbe impossessarsi del cuore dell’Uomo/Donna, è l’opportunità, che Dio si concede per far rifulgere l’oro dello spirito, nascosto nel cuore umano. Dio saggia i cuori, li pesa (Prov.21,2) tramite la prova. I cuori vengono, in qualche modo, spremuti e la pressione  richiede esercizio di forza sul corpo da lavorare: tale è l’azione compiuta  sulle olive o sugli acini di uva;  se mi abbandonerò con fiducia alla pressione della volontà del Signore della Vita, nei miei Getsemani, l’olio sarà di gusto gradevole; se invece mi opporrò e farò resistenza, per far valore la mia ragione insipiente, il mio olio sarà aspro. Il Regno appartiene ai poveri in spirito ed umili di cuore (Matteo 5).

 La via, la verità e la vita (Giov.14,6) come indicazioni insostituibili, proposte da Gesù, sono battistrada che passano:

1. per il Tabor                                              https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjfpnQLvN3BmNy7ylxsOZDnhwWAE4vxpg7Hn3PVHKMaUiWX8R-ZJxGzoMx_5l07KvnPo-VgJKEW7l1KVQlO3hXVGIeI7NBnYPcl891BYVDwp3FySXvp5z4MzfOGdtwNFYIKDUQIKdfOnZ3l25TgL4F8P0v66T8eZSGoK1IMQbTDUwPg7q6gIgFwGklX=w196-h148      

 

 

2. per   i Getsemani                                      https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgFUnUKOqoGYLn0ohMFBwEmK39VgIU--QOcjqesENJzYFSoZvBjGMPhfQ-hDhRKeBx-P64upB5PlLTn1X2L4zh6jFtXjlhUNaKs3jh4536a_YbnYhcIXZTiIcBOXPfhWV46rz_AzjA7mUpVyZJx-WWlBBk-We7CELhE3VeKzRs2BNG7GBllHc6a8zDd=w210-h158

 

3. per il Golgotha                                         https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEiiC11sHbRl4QD4-ZORlWrYu654h3d_8Lkkoe87eA5rWfO6j3ZXlXAt7AwH4jvs_JDq901F128qqumYI3Njk4CU9GWnee3dieMiaNyfHJ9M_rOVyq6jE-_XSmIiF-rqlYq3bKFiuicT8YrOcIxvAjOU6Wwz10J9O49-dP1ghF923rdCOjlKDcpuRUJd=w179-h218

 

4. e vanno dall’inferno al cielo                    https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjSG4TV5YNYU2JgDWVH58VERm3x7fXMLU3eY6zTDf9U4bXWa3ZrDixhMohQcNiPG8pbYChbC-vJtMyDLcu1--m_vJqdv-PYbLFQOEqM11erJ4ZIEN5emSApzP3YCeb-CrZCENI8Vo-Y7_xoUfCDeTJIKo1cVoluZaeryzUAwqLwBS6cU9N_uX5bmVi_

 

 

5. fino all’Ascensione, col proprio corpo, in Galilea.

https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEj0hYSbtjrZEbPix2vj5rpKvXGm-0KA5AiZe5gqLV_zjLos0qtu0AmgIKgKt7iCpIEjAgBWXt-9N9uE7AAPqrbtwOCtBDtuauS7B5ynoATfiR9GI1uyCgpVSxkCIEf11lKXjqmMEqCrE5yMOekW1jfe4o0hSS0t-K8hBzFUG9XgelkydcHlUQuKWtw6

 

Alla mia Angela:  Sposa, Amante e Custode.                                                                                         

          https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgpbgRb3n8Wtv2YKWxXWFoIS30EUiIEBoFv7q8aJDbIduFUQWRb68MPba6EPs66MnyGooT4qj0imPHEB95GLrZjnQjOHWX7zq-hYVKC-WbLJrIW2bN-PR-OI1W7c-BWRzs1cDSe1MUiXzrWFVOMxOskU-NRSk1WEQd09RDnhlgfxwZX_9wcAyEDouUH=w174-h261

      https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEhC0lIcC28maKjKIKBebT3Cqxwr6G_mBD-xxordhtosiIQW1yCgH3K-KG6rXZ5imkDymUmgP4ZuY7W1_JsmqVDFK8dUdaNJ82SZrute9w2pFM1obQwmxFYFacfhTOSow-M7qaDTkGQO0-Nbc9tZsKgs4pVyZgiEuQp5EXuc4f-zj58788AbHZKbTQCH=w174-h194https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEhC0lIcC28maKjKIKBebT3Cqxwr6G_mBD-xxordhtosiIQW1yCgH3K-KG6rXZ5imkDymUmgP4ZuY7W1_JsmqVDFK8dUdaNJ82SZrute9w2pFM1obQwmxFYFacfhTOSow-M7qaDTkGQO0-Nbc9tZsKgs4pVyZgiEuQp5EXuc4f-zj58788AbHZKbTQCH=w174-h194  Un eterno pensiero d’amore                                                          

        per te, mio adorabile  fiore,

        che potentemente mi sei accanto

        regalandoci della vita l’incanto.

     

       Sei ricchissima; con nobil cuore

       incedi stupenda con puro candore.

       Certa  della nostra bella esistenza

       a  mani piene ne spargi semenza.

     

       Così il fatto umano si fa canto:

       della nostra unità sei il vanto.

       Tu dipingi col giocondo colore,

         

       che fa agire l’uomo con ardore,

       così che dall’inferno torna  il santo

        al cielo con il luminoso manto.           

Da:  La Rosa che fiorisce ad Est , pag 32 e seguenti: ” La Bellezza infinita di Dio si rivela, nel silenzio, al cuore dell’uomo che perviene al culmine dell’esperienza orante, in ardente pienezza dell’Essere; beatitudine armoniosa; amore e pace; annullamento dei limiti della creatura nel mistero divino; vita, gioia, libertà.( Padre Giovanni Vannucci O.S.M.)

 “Ch’io sia ammaliato dalla tua Bellezza, ch’io sia attratto vicino a te, che l’incandescenza dell’amore puro, penetrando nella roccia del mio essere, lo trasformi in un puro rubino.” (Jalal al Din, dettoRumi).

L’amore di Dio trasforma la roccia del cuore in rubino purissimo, come potenza dell’anima rigenerata; questo spunto, assieme al lamento per la separazione del flauto dal canneto è un altro cartello indicatore luminoso, che si può trovare in Rumi, l’Anatolico. Occorre intraprendere consapevolmente  la via del ritorno all’Origine del flauto di canna  dopo la sua separazione dal canneto![3]

Tornare a casa, con coscienza rinnovata avendo risolto il motivo del viaggio! C’è chi cerca e trova l’amore della bellezza per la bellezza, la perla preziosa, il graal misterioso, custodito nel grembo di Madre Terra e fecondata, in tempo propizio, dallo Spirito amante del Cielo.

Il senso dell’eternità finalmente è stato ritrovato; dallo smeraldo staccatosi  dalla fronte di Lucifero nella sua caduta in terra, gli Angeli hanno intagliato la coppa del sacro Graal. “Tale smeraldo richiama in modo sorprendente l’urna, la perla frontale che, nell'iconografia indù, occupa spesso il posto del terzo occhio di Shiva, rappresentando quel che si può chiamare il senso dell'eternità. Questo accostamento ci sembra più adatto di qualsiasi altro a illuminare perfettamente il simbo­lismo del Graal.” (Renè Guenon, Simboli della Scienza sacra, il Sacro Cuore e la leggenda del Santo Graal, cap.3, pag 25 etc. Adelphi  Ed. 1975). Tutto, nella pienezza dei tempi, deve tornare al legittimo proprietario.

La ricostituzione della Legittimità fa sbocciare in Natura l’Uomo/Donna, portatore del sorriso della misteriosa Allegria. https://presenzasenzaforma.files.wordpress.com/2023/04/image.png?w=173Il sorriso è sempre stato un viatico di serenità, nel ritornare al giardino d’origine. Leonardo mi ha stupito col suo segreto; in fondo il fatto che solo l’uomo, nella scala evolutiva terrestre, possieda svariati muscoli ordinati al sorriso, dovrebbe far riflettere sulla speciale nobiltà umana e sulla sua capacità di irradiare amore divino.

Sempre Rumi dice: “se vuoi un’illuminazione speciale, osserva un viso umano; guarda profondamente dentro una risata e riconosci l’essenza della VeritàVidi tempo fa altri sorrisi, in occasioni apparentemente diverse, ma uguali per qualità e tutti di Gesù: al Tabor, ai Getsemani, poi al Golgotha e da lì alla Galilea di Resurrezione. Se non si passa per il Tabor, non si può arrivare ai Getsemani; se non si passa per il Golgotha di ogni giorno, non si trova il Risorto; ma se vedi Lui, vedi il Padre. Se ascolti Gesù odi la volontà del Padre: che i figli nella Luce abbiano vita traboccante e portino frutto abbondante. Oltre questo, poi  c’è sempre il dolce sorriso del Padre buono del Cielo, che è perfettamente libero con le sue decisioni spiazzanti, che confondono la logica umana, quando questa, ragionando per compartimenti stagni, non è capace di tuffarsi nella sorgente della vita.

A proposito del Padre buono, la parabola del figliol prodigo potrebbe essere vissuta anche così:

  1. La fedeltà del padre. Il padre spia il ritorno del figlio lontano: ogni giorno. Benedice il Cielo quando il perduto è tornato. Lui ha sempre saputo che il figlio, una volta rientrato a casa, col giusto tempo e con cuore nuovo, avrebbe fatto quello che è nato per fare. È dovuto andare via, perché, quando stava nella casa, ancora non aveva compreso chi effetivamente fosse; il padre benedice il Cielo e fa organizzare la festa, in modo abbondante.
  1. Il rimasto non comprende il motivo del convivio indetto dal padre per lo sciagurato fratello, tornato solo per la sua indigenza, avendo sperperato il patrimonio donatogli dal padre. Il figlio maggiore ha accetato fin a quel momento solo la legge del taglione, dell’occhio per occhio;  ma chissà, forse qualche cosa farà breccia nel suo cuore, più tardi forse; al momento, però si rifiuta di entrare nella festa e gioire col padre e col fratello: sceglie di restare fuori. Il padre sa qualche cosa che lui non conosce ancora ; il fratello minore ha sbagliato tutto, però poi ha avuto il coraggio di tornare, anche se per un motivo sbagliato; il padre è felice  per il ritorno e  benedice lo sventurato in nome del Cielo. Quando avverrà che anche   il primogenito sarà felice per il fratello ritrovato e benedirà il Cielo?
  2. Il prodigo ha visto, nell’accoglienza amorosa del padre, la perla che aveva cercato altrove: la benedizione che il Cielo dà a ogni creatura. Ora forse egli comincerà a comprendere e chi è il padre e chi è il fratello maggiore. Quando questo accadrà, il minore servirà entrambi con la qualità del sorriso di Rumi, che il prodigo ha conosciuto, quando egli si è specchiato nel volto del Padre. È questo il sorriso che fa partorire la cerva di David, l’Arpista Re. E ora il ritornato a casa benedice il Cielo con tutta la forza dell’anima sua.
  3. Mi hanno parlato spesso del volto buono del Padre e io dicevo di capire.
  4. Ma ora vedo che non avevo mai capito e ora piango di gioia per aver visto, mentre camminavo dopo un forte acquazzone, un raggio di luce solare fecondare, risplendendo col polverio dell’oro rilucente, anche l’acqua scurissima di una pozzanghera. E la natura umana e quella divina si uniscono nell’Uno per l’opera dello Spirito santoche scava la carne, la brucia, la purifica e la trasfigura; il risultato è la pelle delicata e morbida del bimbo appena nato…un franchino benedicente.
  5. Il prodigo è ora operaio della Vigna, avventizio dell’ultimo momento, dove non si parla di salario dovuto alla quantità delle ore, ma alla semplice partecipazione, fosse anche quella dell’ultima ora. Perché davanti a Dio non v’è differenza di persone: “non m’è lecito fare del mio ciò che voglio? O vedi tu di male occhio, che io sia buono? 40
  6. Eppure, camminando dietro ad Elia,41 si può andare al di là dei dogmi di qualsiasi vigna, verso l’Incontro senza intermediari, uno con tutto, con l’Uno senza nome e senza più alcun giardino dell’origine.

Tra i profumi, di gelsomino e di rosa, v’è il Padre che attende, e la croce è la torre dalla quale ha spiato ogni giorno il ritorno. Strada difficile, quella del ritorno! Devi camminare dietro, passo dopo passo, senza scostarti neppure di un millimetro dalla guida.42

E Padre Dante continua: “Scalzasi Bernardo…43

Devi seguire il Maestro con umiltà.44 Non esistono le scorciatoie a causa delle eresie. Resta saldo nella Parola, facendone l’ancora del tuo cuore.

Rimani fermo, nonostante l’incertezza, resisti, ma, soprattutto, non abbandonare il campo di battaglia. “…e aiutaci a rimanere saldi nell’insicurezza.45

Dio non è inafferrabile, semplicemente non può essere compreso con la logica discorsiva; occorrono altre facoltà divine.

Forse v’è necessità intrinseca di riconoscere la sacralità del Cuore d’Uomo, abitato da un pruno in fiamme.46

Entra nella terra santa del cuore, togliendo i calzari dei tuoi pregiudizi. Nel cuore c’è la terra santa d’eternità. In quel santo luogo – dopo la notte della prova – nascono le rose bianche e vermiglie d’eternità di San Francesco, come simbolo della sua autorità spirituale.” 47 Dante ha veleggiato, nocchiero esperto, nell’oceano spirituale di Francesco, ripercorrendo e spiegando – nella diversità come modo, ma non per essenza – le tappe fondamentali percorse dallo Spirito libero, che si è incarnato in Assisi, e la cui azione è particolarmente visibile anche al presente.

Note

40 Matteo 20,1-16. 1"Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all'alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. 2Accordatosi con loro per un denaro al giorno, li mandò nella sua vigna. 3Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano sulla piazza disoccupati 4e disse loro: Andate anche voi nella mia vigna; quello che è giusto ve lo darò. Ed essi andarono. 5Uscì di nuovo verso mezzogiorno e verso le tre e fece altrettanto. 6Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano là e disse loro: Perché ve ne state qui tutto il giorno oziosi? 7Gli risposero: Perché nessuno ci ha presi a giornata. Ed egli disse loro: Andate anche voi nella mia vigna. 8Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: Chiama gli operai e da' loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi. 9Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. 10Quando arrivarono i primi, pensavano che avrebbero ricevuto di più. Ma anch'essi ricevettero un denaro per ciascuno. 11Nel ritirarlo però, mormoravano contro il padrone dicendo: 12Questi ultimi hanno lavorato un'ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo. 13Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse convenuto con me per un denaro? 14Prendi il tuo e vattene; ma io voglio dare anche a quest'ultimo quanto a te. 15Non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono? 16Così gli ultimi saranno primi, e i primi ultimi"

41 II Re 2, 1-14. 1Poi, volendo Dio rapire in cielo in un turbine Elia, questi partì da Gàlgala con Eliseo. 2Elia disse a Eliseo: "Rimani qui, perché il Signore mi manda fino a Betel". Eliseo rispose: "Per la vita del Signore e per la tua stessa vita, non ti lascerò". Scesero fino a Betel. 3I figli dei profeti che erano a Betel andarono incontro a Eliseo e gli dissero: "Non sai tu che oggi il Signore ti toglierà il tuo padrone?". Ed egli rispose: "Lo so anch'io, ma non lo dite". 4Elia gli disse: "Eliseo, rimani qui, perché il Signore mi manda a Gèrico". Quegli rispose: "Per la vita del Signore e per la tua stessa vita, non ti lascerò". Andarono a Gèrico. 5I figli dei profeti che erano in Gèrico si avvicinarono a Eliseo e gli dissero: "Non sai tu che oggi il Signore ti toglierà il tuo padrone?". Rispose: "Lo so anch'io, ma non lo dite". 6Elia gli disse: "Rimani qui, perché il Signore mi manda al Giordano". Quegli rispose: "Per la vita del Signore e per la tua stessa vita, non ti lascerò". E tutti e due si incamminarono. 7Cinquanta uomini, tra i figli dei profeti, li seguirono e si fermarono a distanza; loro due si fermarono sul Giordano. 8Elia prese il mantello, l'avvolse e percosse con esso le acque, che si divisero di qua e di là; i due passarono sull'asciutto. 9Mentre passavano, Elia disse a Eliseo: "Domanda che cosa io debba fare per te prima che sia rapito lontano da te". Eliseo rispose: "Due terzi del tuo spirito diventino miei". 10Quegli soggiunse: "Sei stato esigente nel domandare. Tuttavia, se mi vedrai quando sarò rapito lontano da te, ciò ti sarà concesso; in caso contrario non ti sarà concesso". 11Mentre camminavano conversando, ecco un carro di fuoco e cavalli di fuoco si interposero fra loro due. Elia salì nel turbine verso il cielo. 12Eliseo guardava e gridava: "Padre mio, padre mio, cocchio d'Israele e suo cocchiere". E non lo vide più. Allora afferrò le proprie vesti e le lacerò in due pezzi. 13Quindi raccolse il mantello, che era caduto a Elia, e tornò indietro, fermandosi sulla riva del Giordano. 14Prese il mantello, che era caduto a Elia, e colpì con esso le acque, dicendo: "Dove è il Signore, Dio di Elia?". Quando ebbe percosso le acque, queste si separarono di qua e di là; così Eliseo passò dall'altra parte

42 Il Convivio, IV, 6-7, Dante.

43 Paradiso XI, 83 Dante.

44 Faqr.

45 Annunciare la Carità Pensare la Solidarietà, pag. 1, F. Mosconi.

46 Es. 3, 1-5…14.

47  Indulgenza del Perdono di Assisi del 1216 ottenuto da Francesco da Cristo per le rose rosse e bianche del 1° gennaio, nate dal suo sangue. Vedi il libro: Piero della Francesca, Pittore Teologo di Padre Giulio Renzi, Siena 1990.

 

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Franco Napoletano

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[1]Matteo 6, 25-34 Perciò vi dico: per la vostra vita non affannatevi di quello che mangerete o berrete, e neanche per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita forse non vale più del cibo e il corpo più del vestito?   26Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, né mietono, né ammassano nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non contate voi forse più di loro? 27E chi di voi, per quanto si dia da fare, può aggiungere un'ora sola alla sua vita? 28E perché vi affannate per il vestito? Osservate come crescono i gigli del campo: non lavorano e non filano. 29Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. 30Ora se Dio veste così l'erba del campo, che oggi c'è e domani verrà gettata nel forno, non farà assai più per voi, gente di poca fede? 31Non affannatevi dunque dicendo: Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo? 32Di tutte queste cose si preoccupano i pagani; il Padre vostro celeste infatti sa che ne avete bisogno. 33Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. 34Non affannatevi dunque per il domani, perché il domani avrà già le sue inquietudini. A ciascun giorno basta la sua pena.

[2] Matteo 5, 3-15  " 3 Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. 4Beati gli afflitti, perché saranno consolati. 5Beati i miti, perché erediteranno la terra. 6Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. 7Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. 8Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. 9Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. 10Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. 11Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. 12Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti hanno perseguitato i profeti prima di voi. 13Voi siete il sale della terra; ma se il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si potrà render salato? A null'altro serve che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini. 14Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città collocata sopra un monte, 15né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa. 16Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli.

[3] “ Ascolta il flauto di canna raccontare una storia. Si lamenta per la separazione: “ Da quando mi hanno tagliato dal canneto il mio lamento fa gemere uomini e donne. Voglio un cuore lacerato dalla separazione per versarvi il dolore del desiderio; chiunque rimanga lontano dalla propria sorgente desidera l’istante in cui tornerà ad unirsi a lei. Io mi sono lamentato in tutte le riunioni, mi sono unito a quelli che gioiscono e a quelli che piangono. Ognuno mi ha capito secondo i suoi sentimenti, ma nessuno ha cercato di conoscere i miei segreti. Eppure il mio segreto non è lontano dal mio lamento, ma l’orecchio e l’occhio non sanno percepirlo”. Il corpo non è celato all’anima né l’anima al corpo, eppure nessuno può vedere l’anima. E’fuoco e non vento il suono del flauto; si annulli colui al quale manca questa fiamma. Il fuoco dell’amore è nella canna. e l’ardore dell’amore fa bollire il vino. Il flauto è il confidente di chi è separato dal suo amico: i suoi accenti strappano i nostri veli.” (Rumi, Mathnawi, libro I, vv. 1-11)