COLUI CHE VIENE DA LONTANO, ORA TORNA A CASA.

05.12.2022 16:54

 COLUI CHE VIENE DA LONTANO, ORA TORNA A CASA.

 COLUI CHE VIENE DA LONTANO

 Una volta, da un mondo che sta oltre le stelle, un uomo venne dal paese della Luce, per prendere dalla Terra un prezioso gioiello che era custodito da un pericoloso serpente.

Quando arrivò al paese dove stava il gioiello, cambiò la sua fisionomia, affinché la gente del luogo non si rendesse conto che veniva da un’altro posto e si mettesse sulla difensiva. Però, avendo bisogno di alimentarsi come loro e dovuto al fatto che si trovava nella loro atmosfera, cadde in uno stato di sonno e dimenticò la sua missione.

Incontrò altri che lo riconobbero e lo avvertirono del suo sonno, inutilmenteIn quel momento nel paese della Luce il padre si accorse di ciò che era accaduto a suo figlio e gli inviò rapidamente un messaggio, dicendogli che doveva svegliarsi e continuare la sua missione. Il messaggio lo scosse, e nella sua mente cominciò ad affiorare il ricordo della sua origine. Si svegliò. Prese il gioiello ed ammazzò il serpenteQuindi cambiò di nuovo la sua fisionomia come la gente del paese della Luce.

Quando arrivò nella sua casa riconobbe le sue origini con maggiore chiarezza di quando vi abitava.

Il Paese sul quale l’uomo era sceso è la Terrail gioiello è l’Essenza dell’uomo di questo mondo: ed il Messaggero è l’ Istruttore che chiama l’uomo a ricordare le sue origini e il suo ritorno: il Serpente e l‘Alimento sono le condizioni ambientalie le menti umane dei terrestri che qui si trovano.

Di fatto questa storia si ripete sia in favola che in rituali religiosi più volte e in più luoghi di quelli che si possano pensare.

Il solo sentire la chiamata è rispondere.

L’uomo ha un origine e un destinoa meno che si ricordi perderà entrambi.

Alfredo, 7 settembre 1987

 

Senza l’abbandono fiducioso nelle mani provvide del Progettista, non è possibile comprendere il disegno evolutivo, al  quale anche l’Uomo/Donna  appartiene, nella dimensione terrena. Una volta compreso  la ragione del viaggio in Terra, occorre realizzare questa motivazione per tornare a Casa. E’ via difficile quella del Ritorno a casa; forse impossibile, nel caso che fosse tentata con il solo uso della sola forza personale.

 

 

Occorre la purezza di giglio dei campi di Matteo 6, 25-34, che nell’Uomo/Donna consiste nell’abbandono fiducioso in Dio Padre, come agnellino che il Cristo Universale porta sulle sue spalle per il ritorno alla Casa, dove ci sono molte dimore. Se cerchi la ragione del viaggio, che, dall’inferno che è in terra, ti porta al regno dei cieli, potresti guardare alle beatitudini di Matteo cap.5

 

 

Per sostenere  la prova, qui in Terra, per quanto dura possa essere,  senza spezzarsi, forse è necessario fare uso  della santa allegria, poiché Dio ama un donatore allegro  2Cor. 9,7: anche per questo Monna Lisa, in perfetto equilibrio con Se stessa, sorride in modo enigmatico, spiegando con quello  il motivo della prova ed indicando la Via.

Quando gli artisti del kintsugi riparano un oggetto rotto lo valorizzano con l’oro. Rompendosi, la ceramica può prendere nuova vita attraverso la fusione di lacca urushi con polvere aurea,  che  viene posta  a saldare le linee di frattura dell’oggetto e questo diviene ancora più pregiato. Grazie alle sue cicatrici, coperte d’oro. L’arte di abbracciare il danno, di non vergognarsi delle ferite, anzi imparando da quelle la via per divenire migliori,  è la forte lezione simbolica suggerita dall’antica arte giapponese del kintsugi, di innegabile origine zen.

Perseo
Cuore ardente

L’asprezza, che potrebbe impossessarsi del cuore dell’Uomo/Donna è l’opportunità, che Dio si concede per far rifulgere l’oro dello spirito, nascosto nel cuore umano. Dio saggia i cuori, li pesa (Prov.21,2) tramite la prova. I cuori vengono, in qualche modo, spremuti e la pressione  richiede esercizio di forza sul corpo da lavorare: tale è l’azione compiuta  sulle olive o sugli acini di uva;  se mi abbandonerò con fiducia alla pressione della volontà del Signore della Vita, nei miei Getsemani, l’olio sarà di gusto gradevole; se invece mi opporrò e farò resistenza, per far valore la mia ragione insipiente, il mio olio sarà aspro. Il Regno appartiene ai poveri in spirito ed umili di cuore (Matteo 5). La via, la verità e la vita (Giov.14,6) come indicazioni insostituibili, proposte da Gesù, sono battistrada che passano:

  1. per il Tabor   2. per   i Getsemani  3.  per il Golgotha         

   4.e vanno dall’inferno al cielo  5.fino all’Ascensione, col proprio corpo, in Galilea .

                                                                                       

 

 

Alla mia Angela:  Sposa , Amante e Custode.                                                                                         

 

 

   

 

        Un eterno pensiero d’amore                                                                  

       per te, mio adorabile  fiore,

        che potentemente mi sei accanto

        regalandomi della vita l’incanto.

 

                                                                Sei ricchissima; con nobil cuore

                                                              incedi stupenda con puro candore.

                                                               Certa  della nostra bella esistenza

                                                                a  mani piene ne spargi semenza.

                                                                 

                                                                  Così il fatto umano si fa canto:

                                                                   della nostra unità sei il vanto.

                                                                Tu dipingi col giocondo colore,

                     

                                                               che fa agire l’uomo con ardore,

                                                                così che dall’inferno torna  il santo

                                                                al cielo, con il luminoso manto.              

 

 

Da  La Rosa che fiorisce ad Est , pag 32 e seguenti: ” La Bellezza infinita di Dio si rivela, nel silenzio, al cuore dell’uomo che perviene al culmine dell’esperienza orante, in ardente pienezza dell’Essere; beatitudine armoniosa; amore e pace; annullamento dei limiti della creatura nel mistero divino; vita, gioia, libertà.

Perseo

Ch’io sia ammaliato dalla tua Bellezza, ch’io sia attratto vicino a te, che l’incandescenza dell’amore puro, penetrando nella roccia del mio essere, lo trasformi in un puro rubino.” (Jalal al Din, detto Rumi).

L’amore di Dio trasforma la roccia del cuore in rubino purissimo, come potenza dell’anima rigenerata; questo spunto, assieme al lamento per la separazione del flauto dal canneto è un altro cartello indicatore luminoso, che si può trovare in Rumi, l’Anatolico. La via del ritorno del flauto di canna  dopo la separazione dal canneto!

Tornare a casa, con coscienza rinnovata avendo risolto il motivo del viaggio! C’è chi cerca e trova l’amore della bellezza per la bellezza, la perla preziosa, il graal misterioso, custodito nel grembo di Madre Terra e fecondata, in tempo propizio, dallo Spirito amante del Cielo.

Il Senso dell’Eternità finalmente è stato ritrovato; lo Smeraldo dell’Angelo caduto in terra e custodito da Colui a cui non appartiene, è finalmente tornato al legittimo Proprietario.

La ricostituzione della Legittimità fa sbocciare in Natura l’Uomo/Donna, portatore del sorriso della misteriosa Allegria.

Il sorriso è sempre stato un viatico di serenità, nel ritornare al giardino d’origine: Leonardo mi ha stupito col suo “segreto”; in fondo il fatto che solo l’uomo, nella scala evolutiva terrestre, possieda svariati muscoli ordinati al sorriso, dovrebbe far riflettere sulla speciale nobiltà umana.

Sempre Rumi dice: “se vuoi un’illuminazione speciale, osserva un viso umano; guarda profondamente dentro una risata e riconosci l’essenza della VeritàVidi tempo fa altri sorrisi, in occasioni apparentemente diverse, ma uguali per qualità: quello di Gesù dal Tabor, quello di Gesù dai Getsemani, poi dal Golgotha e da lì in Galilea quello del Risorto. Se non si passa per il Tabor, non si può arrivare ai Getsemani; se non si passa per il Golgotha di ogni giorno, non si trova il Risorto; se vedi Lui, vedi il Padre. Se ascolti Gesù odi la volontà del Padre: che i figli nella Luce abbiano vita traboccante e portino frutto abbondante…. Poi c’è sempre il dolce sorriso del Padre buono del Cielo, che è perfettamente libero con le sue decisioni spiazzanti, che confondono la logica umana, quando questa, ragionando per compartimenti stagni, non è capace di tuffarsi nella sorgente della vita.

A proposito del Padre buono, la parabola del figliol prodigo potrebbe essere vissuta anche così:

  1. La fedeltà del padre. Il padre spia il ritorno del figlio lontano: ogni giorno. Benedice il Cielo quando il perduto è tornato. Lui ha sempre saputo che il figlio, una volta tornato, col giusto tempo e con cuore nuovo, avrebbe fatto quello che è nato per fare. È dovuto andare via, perché, quando stava nella casa, ancora non aveva compreso chi era; il padre benedice il Cielo e fa organizzare la festa, in modo abbondante.
  1. Il rimasto non comprende il motivo della festa. Conosceva fin a quel momento solo la legge del taglione, dell’occhio per occhio; ma qualche cosa fa breccia nel suo cuore: il padre sa qualche cosa che lui non conosce; il fratello ha sbagliato tutto, però ha avuto il coraggio di tornare; il padre è felice e lo benedice in nome del Cielo; anche il primogenito ora è felice e benedice il Cielo.
  2. Il prodigo ha visto, nell’accoglienza amorosa del padre, la perla che aveva cercato altrove: la benedizione che il Cielo dà a ogni creatura. Ora ha compreso e chi è il padre e chi è il fratello maggiore: ora servirà entrambi col sorriso di Rumi, che ha conosciuto, quando si è specchiato nel volto del padre. È questo il sorriso che fa partorire la cerva di David, l’Arpista Re. E ora il ritornato a casa benedice il Cielo.
  3. Mi hanno parlato spesso del volto buono del Padre e io dicevo di capire.
  4. Ma ora vedo che non avevo mai capito e ora piango di gioia per aver visto il raggio di luce fecondare, col polverio dell’oro rilucente, anche l’acqua scurissima di una pozzanghera. E la natura umana e quella divina si uniscono nell’Uno per l’opera dello Spirito santoche scava la carne, la brucia, la purifica e la trasfigura; il risultato è la pelle delicata e morbida del bimbo appena nato.
  5. Il prodigo è ora operaio della Vigna, avventizio dell’ultimo momento, dove non si parla di salario dovuto alla quantità delle ore, ma alla semplice partecipazione, fosse anche quella dell’ultima ora. Perché davanti a Dio non v’è differenza di persone: “non m’è lecito fare del mio ciò che voglio? O vedi tu di male occhio, che io sia buono? 40
  1. Eppure, camminando dietro ad Elia,41 si può andare al di là dei dogmi di qualsiasi vigna, verso l’Incontro senza interme- diari, uno con tutto, con l’Uno senza nome e senza più alcun giardino dell’origine.

 

Tra i profumi, di gelsomino e di rosa, v’è il Padre che attende, e la croce è la torre dalla quale ha spiato ogni giorno il ritorno. Strada difficile, quella del ritorno!

Devi camminare dietro, passo dopo passo, senza scostarti neppure di un millimetro dalla guida.42

E Padre Dante continua: “Scalzasi Bernardo…43

Devi seguire il Maestro con umiltà.44 Non esistono le scorciatoie a causa delle eresie. Resta saldo nella Parola, facendone l’ancora del tuo cuore.

Rimani fermo, nonostante l’incertezza, resisti, ma, soprattutto, non abbandonare il campo di battaglia. “…e aiutaci a rima- nere saldi nell’insicurezza.45

Dio non è inafferrabile, semplicemente non può essere compreso con la logica discorsiva; occorrono altre facoltà divine.

Forse v’è necessità di riconoscere la sacralità del Cuore d’Uomo, abitato da un pruno in fiamme.46

Entra nella terra santa del cuore, togliendo i calzari dei tuoi pregiudizi. Nel cuore c’è la terra santa d’eternità. In quel santo luogo – dopo la notte della prova – nascono le rose bianche e vermiglie d’eternità di San Francesco, come simbolo della sua autorità spirituale.” 47 Dante ha veleggiato, nocchiero esperto, nell’ oceano spirituale di Francesco, ripercorrendo e spiegando – nella diversità come modo, ma non per essenza – le tappe fondamentali percorse dallo Spirito libero, che si è incarnato in Assisi, e la cui azione è particolarmente visibile anche al presente.

Note da “La rosa che fiorisce ad Est” :

40 Matteo 20, 15.

41 II Re 2, 10.

42 Il Convivio, IV, 6-7, Dante.

43 Paradiso XI, 83 Dante.

44 Faqr.

45 Annunciare la Carità Pensare la Solidarietà, pag. 1, F. Mosconi.

46 Es. 3, 1-5…14.

47  Indulgenza del Perdono di Assisi del 1216 ottenuto da Francesco da Cristo per le rose rosse e bianche del 1° gennaio, nate dal suo sangue. Vedi il libro: Piero della Francesca, Pittore Teologo di Padre Giulio Renzi, Siena 1990.