Ho fatto un sogno

27.04.2022 09:46

Ho fatto un sogno.

Preambolo: il Maestro Interiore  potrebbe sussurrarti all'orecchio: ”Non sei tu che hai scelto Me; Io Ti conduco dove vorresti andare Tu,  lungo la via del Cuore, quella senza Forma, per realizzare l’antico Patto. Ricordi  L'Uccello di Tuono, Racconti iniziatici tradizionali, Natale Finocchiaro, Ed. Life Quality Project Italia,  Roma 2000? Ricordi le pag. 19-21; 26-37 e 50 a 55?

Ma finché non ti ricordi Chi sei, ti sarà molto difficile seguire, con comprensione chiara, il Maestro. E avrai molte esitazioni fino al sopraggiungere dell’alba. Come in alto così in basso, e quello che è sceso,  è quello stesso che deve risalire,  però con coscienza rinnovata e maggiore capacità di comprensione.  Conoscere è irradiare Amore”. Recuperare il sacro gioiello nascosto alla radice dell' albero della Vita, custodito dal Serpente antico, quello dalla coda umana. La Presenza permette una nuova manifestazione della Colonna di Luce tra Cielo e Terra, e anche il Pavone di Immortalità indica la via.

                                                                                                       

Dalla  Colonna di Luce,  tra Cielo e Terra, si stendono le braccia della Croce; così , da quell'ordito  avviene una particolare creazione.

 

  1. Immagine simbolica di Resurrezione potrebbe anche essere rappresentata dal rotolare la pietra,[1] quella del vitriolvm, punto di passo, tanto ricercato da chi ama l’osso della mandorla o Luz  o  soggiorno d’immortalità[2]

1.Inf.XXXIV,131 2. Il Re del Mondo, Adelphi 1977 Mi, cap.VII.

  1. La chiave di passo nei Canti della Commedia di Dante Alighieri si snoda   su 100 anelli.  Si respira con un  ritmo particolare; mentre si dissoda il terreno e  le zolle vengono  rovesciate, poni maggior attenzione se per caso incontri un sasso forato:  non sottovalutare il significato della pietra e il suo potere.
  2. Questi anelli  si snodano in canti, che agiscono tre volte: una per il corpo, una per l’anima e una per lo spirito. E’ un Lavoro simultaneamente multidimensionale. Scendendo in Te, prendi esatte misure, nella edificazione del sacro luogo, e riporta il Cielo in Terra, nella costruzione. Le radici pescano nel  buon humus di Madre Terra e il tronco porta rami e i rami le foglie e le gemme, e dalle gemme nascono i frutti;  e i frutti contengono in potenza la pianta. Custodisci il frutto dell’albero. Tra poco saranno ritrovate anche le ali, affinché il Cosmonauta possa tornare alla Casa paterna. Riordina con criterio per l’antico Patto.  Passare dal nero al bianco e dal bianco tornare al nero. Scienza di Nun. Qui occorrono ali esperte. Chi può aiutarti?

  3. L’ Atlante vertebrale chiede e vuole equilibrio, nel passaggio multidimensionale, tra C5 e C7.                                                                                                                                                                      Le sicurezze svaniscono e ci si potrebbe perdere, se non si resta saldamente ancorati al Divino, oltre il mondo degli attributi, veleggiando nell’Io Sono. Occorre essere nel nero mondo della non manifestazione, dove non esiste “ tu, lui, io o noi”. Lì non c’è spazio per l’illusione della separazione.
  4. Renè Guenon, nel Simbolismo della Scienza sacra, dice:” La lettera nun nell’alfabeto arabo come in quello ebraico, occupa il quattordicesimo posto e ha il valore numerico 50; ma, nell’alfabeto arabo, tale posizione è degna di nota anche per un’altra ragione, cioè perché conclude la prima metà dell’alfabeto, in quanto il numero totale delle sue lettere è 28, invece delle 22 dell’alfabeto ebraico. Inoltre, nelle sue corrispondenze simboliche nell’ambito della tradizione islamica, questa lettera rappresenta soprattutto El-Hût, la balena, il che d’altronde si accorda con il senso originario della stessa parola nûn che la designa, e che significa pure «pesce»; ed è per via di questo significato che Seyidnâ Yûnus (il profeta Giona) viene chiamato Dhûn-Nûn.[…] questa lettera è costituita dalla metà inferiore di una circonferenza, e da un punto che è il centro della circonferenza stessa. Ora, la circonferenza inferiore è anche la figura dell’arca galleggiante sulle acque, e il punto che si trova al suo interno rappresenta il germe che vi è contenuto o nascosto; la posizione centrale di tale punto mostra d’altronde che si tratta del ‘germe d’immortalità’, del ‘nucleo’ indistruttibile che sfugge a tutte le dissoluzioni esterne. Si può anche osservare che la semicirconferenza, con la sua convessità rivolta verso il basso, è uno degli equivalenti schematici della coppa; come questa, ha dunque, in qualche modo, il significato di una ‘matrice’ nella quale è rinchiuso il germe non ancora sviluppato, che s’identifica, come vedremo in seguito, con la metà inferiore o ‘terrestre’ dell’ ‘Uovo del Mondo’. Sotto questo aspetto di elemento ‘passivo’ della trasmutazione spirituale, El-Hût è anche, in qualche maniera, la figura di ogni individualità, in quanto essa porta il ‘germe d’immortalità’ nel suo centro, rappresentato simbolicamente dal cuore; e possiamo ricordare a tale proposito gli stretti rapporti, da noi già esposti in altre occasioni, esistenti tra il simbolismo del cuore e quelli della coppa e dell’ ‘Uovo del Mondo’. Lo sviluppo del germe spirituale implica l’uscita dell’essere dal suo stato individuale, e dall’ambiente cosmico che ne costituisce il luogo proprio, come Giona è ‘resuscitato’ uscendo dal corpo della balena; e, se ci si ricorda di quanto abbiamo scritto precedentemente, non si faticherà a comprendere come quest’uscita sia anche l’equivalente dell’uscita dalla caverna iniziatica, la cui concavità è pure rappresentata da quella della semicirconferenza del nûn. La ‘nuova nascita’ presuppone necessariamente la morte al vecchio stato, che si tratti di un individuo o di un mondo; morte e nascita o resurrezione, sono due aspetti inseparabili l’uno dall’altro, poiché non sono in realtà che le due facce opposte di uno stesso cambiamento di stato. Il nûn, nell’alfabeto, segue immediatamente il mîm, che ha tra i suoi principali significati quello di morte (el-mawt), e la cui forma rappresenta l’essere completamente ripiegato su se stesso, ridotto in qualche modo a pura virtualità, cui corrisponde ritualmente l’atteggiamento della prosternazione; ma questa virtualità, che può sembrare un annientamento transitorio, diventa ben presto, per una concentrazione di tutte le possibilità essenziali dell’essere in un punto unico e indistruttibile, il germe stesso da cui usciranno tutti i suoi sviluppi negli stati superiori…”
  5. Imparate da Me che sono mansueto ed umile di Cuore e troverete riposo alle anime vostre, dice il Verbo.
  6. Qualcuno deve scendere quindi dal Cielo” a miracol mostrare” nell’ombelico della Terra. E il dormiente potrebbe essere svegliato dalla Bellezza dell’Uomo/Donna creatore di nuove forme e sostanze.
  7. Guarda bene il sasso forato della 34° cantica. Li sono attratti tutti i pesi di Ypathia. Visita gli anelli, divisi in gruppi precisi  e trova, se puoi.  Altrimenti, continua il viaggio senza perdere la Speranza.
  8. Respira col ritmo insegnato. Radici e ali, si trovano alla Porta di Nun, che unisceTerra e Cielo. Lì vicino c’è il Serpente antico. Non devi avere paura di lui; è lì per custodire Ciò che non è suo. Tu prendilo. E’ tuo, ti appartiene; è il viatico per il ritorno a casa e la spiegazione del tuo Viaggio qui.
  9. Riordina con criterio per l’antico Patto. Passare dal nero della non-manifestazione per giungere al bianco manifestato dalla luce; dal bianco tornare al nero: qui sta l’Arte.
  10. Atlante risvegliato è  un equilibrio da mantenere, perché, quando  le illusorie sicurezze svaniscono, ci si potrebbe perdere, se non si resta saldamente ancorati alla  Divinità, oltre il mondo degli attributi, delle forme e delle sostanze.
  11. Occorre essere Presenti nel mondo della Non-Manifestazione, dove non esiste “ tu, lui, io o noi”, ma tutte le possibilità vivono virtualmente nell’Uno. Vivere nel mondo della manifestazione, senza essere del mondo, ancorati all’Esempio ricevuto.

E’ un sogno fatto ad occhi aperti, da un ignorante visionario, eppure, ogni tanto mi sembra di intravedere un cartello luminoso, che indica la strada. Comunque stiano le cose,  è sempre meglio fare un bel sogno, che continuare a vivere un orribile incubo.