Versione breve, commento delle immagini, della Rosa che fiorisce ad Est

10.10.2021 11:18

                                                  

Questo libro può essere letto in differenti modi. Il Lettore attento forse potrà trovarvi anche alcune indicazioni utili per uscire, in qualche modo, dal labirinto ideologico del tempo presente. Non si tratta tanto di comprendere logicamente la cosa di cui si parla, ma si tratta di essere ciò di cui si parla. Questo lavoro può essere letto, partendo dalla prima pagina oppure con una apertura a caso; o ancora procedendo da illustrazione ad illustrazione. Propongo di partire dalle immagini, che si esprimono per simbolo.

 

                                                                       

 

1. La prima immagine proposta è quella di copertina, dove, con un percorso sapienziale, viene rappresentata da Guglielmo di Marcillat la Discesa dello Spirito Santo, che - per il dolce tramite di Maria, sotto la presenza attenta degli 11 Discepoli - si riversa anche sul dodicesimo Apostolo, quello che occuperà il posto lasciato vacante da Giuda Iscariota. Questa vetrata istoriata è l’occhio di facciata del Duomo di Arezzo; tale opera tradizionale il Maestro vetraio francese la eseguì nel 1518. Per precisazioni su Guglielmo di Marcillat e sulla Scuola con la quale ha operato, si può consul- tare il pregevole lavoro di Don Angelo Tafi “Il sole racchiuso nei vetri. Guglielmo De Marcillat e le sue vetrate istoriate di Arezzo” Ente Provinciale per il Turismo di Arezzo, 1988. Si rimanda, per meglio comprendere il vero carattere dell’opera del Maestro vetraio, al prezioso lavoro di Padre Giulio Renzi: ” Piero della Francesca, Pittore Teologo. Centro offset,1990, Siena.” Si veda anche il lavoro di Franco Napoletano “Capacità d’Amore” pag.18-19 .Ed. La Riflessione, Cagliari, 2012

 

                                                                       

 

2. In introduzione, pag 5, è proposta l’immagine del Simurgh. Si può consultare in wikipedia “ il verbo degli uccelli”. Il Simurgh, assimilato alla sacra Fenice, va comunque ricercato con ferma perseveranza dal credente: ”Ti ho trovato nel mio cuore e, da allora, attorno ad esso ruoto con la mia sacra danza”, canterà Rumi , l’Anatolico. La verità è vicina a noi, ma noi non la vediamo: eppure l’uomo, che è creatura divina, sembra nulla Abbiamo perduto qualche cosa e non sappiamo più chi siamo. Necessità di vivere la verità.

 

                                                                     

 

 

 3. La Trasfigurazione di Raffaello Sanzio, Maestro sapienziale, a pag. 6, esprime la necessità di “salire al Tabor” per riconquistare la nostra Interiorità divina. Se non sali al tuo Tabor, non potrai scoprire la tua es- senza divina, ne troverai il modo per costruire il tuo Corpo di L’in- vito è a trasfigurare la materia con lo spirito divino. Continuando: cosa ci fanno i due osservatori attenti alla Trasfigurazione del Cristo davanti a Mosè ed Elia, mentre gli Apostoli non sanno che fare e che dirsi, pieni di spavento? Cosa abbiamo perduto in questo passaggio, dove la voce del Padre introduce l’Essenza del Figlio, invitando all’ascolto chi può udire?

 

                                                                 

 

 

   4. Pag 14. Francesco d’Assisi dona le rose al Papa: esprimendo simbolicamente la capacità di Essere radicato nello Spirito Santo. Dopo 1000 anni circa dai fatti storici del Cristo, Francesco d’Assisi percorrerà le vie del mondo in modo sacro, tanto da essere chiamato, e a diritto pieno, l’Alter Christus, cioè Colui che è olio e guida nel percorso evolutivo della Natura, confermando il vero senso del mandato che Dio ha dato al Maschio/Femmina in Genesi 1,26-31 . 1000 anni dopo, più o meno, un altro Francescano, Pio da Pietrelcina, seguendo l’esempio della rosa fiorita, porterà in humilitate nel tempio del suo corpo le stigmate della Sorella Povertà, riconducendo e guidando al sicuro, un sacro gregge che rischiava la dispersione a causa della protervia di falsi pastori.

                                                                       

5.  Come risalire alla rosa? Come volare al Tabor del cuore? Dove trovare le ali per questa risalita? A pag.23 l’immagine rappresenta l’angelo caduto ai piedi del Tempio della Concordia: siamo nella Valle dei Templi ad Agrigento. Qualche cosa, che è caduto, deve rialzarsi; deve tornare a Casa, per riportarvi il gioiello custodito da Madre Terra. La Creatura umana è memoria dell’evoluzione dell’universo, nel mistero di unione fra carne, anima, spirito e qualcos'altro. Maschera dopo maschera, l’attore personifica tutti i ruoli, senza identificarsi in nessuno di quelli. Un altro modo per definire la Divinità, che si incarna in tutto quello che c’è: finita la sua missione l’alma alla sua stella riede, dice Padre Dante. Facendo uso corretto della ragione santa , chi cade si rialza per tornare alla casa paterna, da figliol prodigo che finalmente si ravvede e che ha imparato ad amare il Padre e non i vitelli del Padre.

 

                                                                       

 

 6 .  Ma ora, dove andare? A 37 Padre Pio da Pietrelcina potrebbe essere inteso come Testimone della porta che misteriosamente si apre dalla Luce della Verna, porta che poi potrebbe immediatamente richiudersi, una volta che la pecorella è entrata. Non si è Cristiani per sembrare, ma per Essere. Guglielmo de Marcillat, poi è sepolto nel vicino Eremo di Camaldoli, nella Cappella dello Spirito Santo e certo non per caso. Padre Romualdo, con la sua “piccola regola” praticava, ed insegnava a praticare, l’Esicasmo. In quel tempo la  Chiesa di Oriente di Costantinopoli  non si era ancora separata da quella di Occidente di Roma.

 

                                                                     

 

7. A pag.  42 con l’immagine dell’ Uomo Vitruviano, nasce l’invito a com- prendere la natura della vera Croce, che non è un luogo di patibolo, ma quaternario evolutivo dell’Essere, tramite il quale Egli conosce se stesso, dispiegando la vita nel sistema solare e oltre; qui il piccolo contiene in sé l’immensamente grande. In silenzio il Portatore del Fuoco illumina la notte dell’anima, tramite la gioia del Risorto, che risveglia la Maddalena, rimettendola in cammino. Ciò accade ogni giorno e in ogni momento, quando la semplicità del bimbo, irradia gioia col suo sorriso aperto e ri- volto a tutti, senza distinzione di razza, di censo, di sesso, di religione, di posizione sociale e discriminazioni simili. Quel dolce sorriso giocondo è contagioso e dona gioia a chi lo accetta; questo se vuole, a sua volta, può donarlo ad altri ancora, affinché altri lo donino ad altri ancora. Imparare a pregare, significa ricondurre le armonie del Cielo in Terra e riportare al Cielo le bellezza della Terra. In questo senso l’Umanità è il frutto dell’unione fra cielo e terra. Questo è un frutto dell’acquisizione dello spirito della rosa. Chi custodisce la sacralità della preghiera, sia essa esicasta, sufi o di qualunque altra forma, unisce il battito del proprio cuore a quello della Madre Terra e del Cielo Padre, rigenerando il Divino in Sé. Camminare dietro i nuovi cammini dello Sposo, prepararsi ad una Ecclesia di tutti i colori, che fonda le sue radici nel Sangue di Cristo, e risalire coi Fratelli Ebrei, Ortodossi, Buddisti, Taoisti, Musulmani, Animisti verso la Luce. ”Ti ho trovato nel mio cuore e, da allora, attorno ad esso ruoto con la mia sacra danza”, dice Rumi. Arthur Rimbaud dirà:” Ho teso corde da campanile a campanile, ghirlande da finestra a finestra, catene d’oro da stella a stella, e danzo”. Discepolo e Maestro. Elia ed Eliseo. Mosè e il Khidr. Gesù e i testimoni attenti inginocchiati in preghiera sul Tabor della Trasfigurazione. Il profeta Daniele e gli ultimi tempi: necessità di costruire il corpo di luce, da intendersi come arca sul diluvio, che naviga verso la Patria celeste. Pag 118: si sottolinea nuovamente il valore della preghiera esicasta.

                                                                   

 

8. pag. 143-152 San Giorgio e il Drago, di Paolo Uccello: piccola guerra santa e grande guerra santa. Mai come oggi l’umanità si è allontanata dalla conoscenza del Dio vero; mai come adesso le tenebre sembrerebbero trionfare sulla giustizia e diritto; ecco perché è necessità insostituibile che i detentori della pietra scartata coraggiosamente facciano la loro professione di fede. Il Khidr, nella via sufi, da taluni è identificato con San Giorgio. “Non se ne può più, perché ci stanno facendo a pezzi” è un urlo che echeggia in tutti i Continenti. Il mondo ha bisogno di chi sa e può e vuole vivere e morire nella libertà dei figli di Dio. Ricordo Mosè David e i Bambini di Dio, vissi in quel Movimento per 7 mesi tra il 1975 e 1976. L’apertura alla preghiera esicasta avvenne dopo. Pag.182: il vuoto essenziale. C’è una intera gioventù sbandata, che non sa cosa fare né dove andare, perché non trova risposta viva in un sistema precostituito, che non prevede, coi suoi schemi sclerotici, la soluzione al problema Vita. Come rappezzare un abito logoro, con una stoffa nuova? Bisogna solo lasciare soffiare lo Spirito, Lui dirà il come, il dove, il quando. Trasfigurazione presso il proprio Tabor, affinché ciò che non può morire, fiorisca a resurrezione perenne, iniziando una nuova vita legata consapevolmente all’ eterno presente. Questa è nuova nascita di spirito. Ravvivare il pensiero spento con la fiamma ardente dell’Amore di Dio, che agisce sull'uomo col tramite della buona volontà. C’è una intera generazione, sbandata che non sa dove andare, ne dove sbattere la testa; sembrerebbe che non vi si più spazio per l’intelligenza d’amore. Occorre scendere nei personali inferi dove l’intelligenza metallica, freddamente logica, viene rigenerata dall'intelletto dello Spirito. Lì , nostra Signora, sede della Sapienza, colla catenella della Giustizia trae fuori dalla caverna dell’ignoranza il peccato stesso, consegnandolo docile a S. Giorgio, l’intelletto illuminato, che lo “uccide” per liberare la Dama, che è già libera. L’usurpatore dalla mala ragione è vinto: l’inganno finisce. Un nuovo Regno di razionalità pura può iniziare, dentro la creatura rigenerata.

                                                                        

9.  Pag. 207 : Cuore fiammeggiante, baricentro per nuova creazione. Sem- pre acceso, sempre presente. Sempre “Io dormo, ma il mio cuore veglia.” Questo è un grido di battaglia di alcuni Esicasti. Esercitare il proprio cuore a battere all’unisono con quello del Cristo risorto: io in te, tu in me, stemperando l’io illusorio in Dio, affinché resti solo l’Uno. Ciò che diminuisce lascia il posto a ciò che cresce: lasciati guidare da Romualdo, Padre dei Camaldolesi e da   Bernardo di Chiaravalle. Ricorda il suo Commento al Salmo 90 (Vulgata). Necessità dell’acquisizione dello Spirito santo che divinizza la creatura, non più scomposta. La guerra è nel reame dello spirito. Gesù non ha mai conteso cogli uomini, ma coi demoni della terza dimensione che li imprigionano. Profezia di Matteo 24.

                                                                       

10.  Pag.210 : La Trasfigurazione della Trinità di Rublev presenta il          cuore/coppa che contiene la Creatura divinizzata: l’Umanità. Necessità di immergersi nell’Unità della sacra coppa, che contiene il balsamo di vita. Il ricordo vola a Leonardo e la sua Santa Cena. Dom Franco Mosconi e l’Ordine camaldolese con l’unione da cuore a cuore. Qui si parla di cuore che opera con ritmo trinitario. La preghiera esicasta come strumento operativo; recita del sacro Nome:   Gesù, oppure:                Signor Gesù, oppure quella per i principianti : Signor Gesù Cristo, Figlio di Dio, abbi pietà di me peccatore, oppure: Gesù, figliolo di Davide, abbi pietà di me (Marco 10,48).

                                                                         

 

11. La Trasfigurazione Ortodossa e  Cattolica  è ancora oggi praticabile? Conclusioni pag. 240 e debito d’amore intellettivo col Dottore Prospero  Calzolari per il triangolo equilatero: Elia da Cortona, Francesco d’Assisi e Federico II Hohenstaufen. Occorre fare onesta chiarezza sul vero significato dell’opera di Francesco d’Assisi, il cui disconoscimento ha rigettato la cristianità nell’attuale barbarie. Anche l’opera di Dante avrebbe molto da dirci in questo contesto. Pag.253, gli Eremi di Camaldoli/Bardolino e i tempi attuali. La via della deificazione è ancora possibile in Occidente? Renè Guenon fa un confronto assai interessante fra il Dhikr musulmano e l’Invocazione esicasta del Nome di Gesù: Padre Giovanni Vannucci O.S.M. e il suo lavoro di incessante unificazione anche in questo senso e sua attualità nel contesto dei luoghi dove è stato veramente accettato.

                                                                         

   12.  L’ultima immagine, a chiusura del libro, come personale fonte di ispirazione, è  dedicata a Padre Pio da Pietrelcina Pag 260. Mi piace avvicinare il Frate Francescano a Silvano dell’Athos :“ Tieni la tua anima negli inferi, senza disperare ” sottolinea lo Staretz, ricordando la gravità di un momento sempre Decodificare oggi, per portare Umanità in un mondo disumano. Alfredo Offidani mi ha insegnato la necessità della presenza, per tornare alla Casa paterna, in modo consapevole, ritrovando il gioiello della gioia e lavorando sullo strumento di base: il proprio corpo. Fare attenzione ai testimoni dello sposo e ai nuovi cammini dei cammelli dell’amore.

                                                                       

 

Conclusione: nota che alcune immagini hanno i colori grigio e nero, con un bianco appena appena sfumato. Ciò potrebbe significare la necessità di operare sempre meglio su se stessi, per trovare i veri colori che ci appartengono, in una Umanità finalmente libera e sorridente di sorelle e fratelli uguali e insostituibili. I discepoli dormono spesso o non sanno cosa fare, quando la dottrina di Gesù si fa tosta, certo perché lo spirito Santo non era ancora stato dato. Sul Tabor presentato dal Maestro Raffaello Sanzio, però ci sono testimoni oranti attenti: nei misteriosi versetti 38- 40 di Marco 9 si parla di una sequela in atto, svincolata dall'autorità dei 12, che ancora non hanno compreso cosa significa amare Dio e servire in umiltà l’Umanità, come ultimi, col cuore di bambini: Marco 9,33-37. Invito ad essere svegli e sobri nella guerra spirituale, poiché certi demoni si possono cacciare solo con la preghiera esicasta di Marco 9,28-29. La trasfigurazione della tristezza in gioia, è una chiamata a cui è necessario rispondere con cuore entusiasta. Se vuoi scolpire una colonnina, la pietra grezza deve essere prima sgrossata e poi lavorata pazientemente restando fedele al modello di esecuzione.