La Vergine delle Rocce, Londra, National Gallery

06.06.2016 21:51

Occorre avere l’audacia di restare, sveglio e in piedi, sul Tabor, per sperimentare la teofania.

E’ molto personale tutto questo.

All’inizio, come per un certo dipinto[1] di Leonardo, tutto sembra oscuro, crepuscolare, confuso, estremamente sfumato, di difficile identificazione; poi quando cominci a guardare con l' attenzione  divorante del silenzio, ecco che, improvviso, emerge lo stupore, e i quattro volti presenti nella Vergine delle Rocce,  vere gemme nel Cuore dell’Anima, li trovi uniti dal sinolo d’amore, che dà intelligibilità all’Unicità dell’esistenza.

Lasciati sommergere dalla forza della bellezza dell’Angelo che ti chiama.“Lasciati sommergere dalla dolcezza che trascina; permetti al tuo cuore di guardare l’Angelo della Vergine delle Rocce. E se l’Arcangelo Uriel ti fermasse, prendendoti per mano? E se illuminasse i tuoi occhi aiutandoli ad immergersi nell’essenza del Giovannino, della Vergine, del Bambino divino, per comprendere l’essenza della via senza forma, a cui anche Tu appartieni?

La bellezza, insita nella natura umana, debitamente stimolata, riconduce l'anima senza intermediari a Dio; al Dio che è in te e in tutto, realizzando una unità perfetta. Si parte dall'uomo, s'incontra l'angelo. Da qui si approda, con navigazione certa, nel divino[2].

Tanto più l’esame si fa duro, tanto più grande è la vittoria.

Gesù non ha mai conteso con l’uomo, ma raccogliendo tutto in Uno, ha annullato la separazione prodotta dall’Avversario e dalla sua seduzione.

Nel servizio, umile e puro, di ogni giorno l’uomo esegue quello, che gli angeli - in modo irreprensibile - compiono nel momento del transito umano, gettando la rete e discernendo ciò che in quella incappa.

Ci sono uomini, che vegliano alla porta d’accesso alla santa Contrada, impedendo al nemico o all’estraneo l’ingresso.

Nessuno può chiudere quello che loro aprono, né aprire quello che loro chiudono senza il sacro permesso.

Filocalia, pertanto che opera per mezzo dell’esechia.

Ma, in modo pratico, nella vita di ogni giorno, cosa ne sa più l’Occidente dell’esechia sperimentata?

Per il contesto culturale occidentale, ammalato di un  protagonismo fine a se stesso, dove contano solo gli egoismi della classe elitaria  dirigente e non gli interessi della Nazione, il ritrovare le proprie basi  originarie diviene esigenza prioritaria.

In questa fase storica, segnata da contraddizioni profonde, dove l’avere ha il sopravvento sull’essere, l’uomo è stato privato delle sue capacità creative.

La stessa Roma cattolica, per i cattolici, è da anni ormai terra di missione, e il sangue vivo missionario le sta venendo dal clero dell’Africa e dell’Asia.

Proprio da quelle Nazioni che l’Occidente, grasso e cieco, disprezza coi nomignoli assurdi di “terzo e quarto mondo“ con le false etichette di sviluppo e sottosviluppo.

Il criterio dell’efficientismo della produzione per la produzione, fine a se stesso, è divenuto  l’unico metro di confronto, fra Paesi civili e non. Ma ormai, non v’è solo un abisso tra nazioni e nazioni, ma anche tra i gruppi dirigenti la nazione e il popolo, che è sfruttato disumanamente dai suoi dirigenti.



[1] La Vergine delle Rocce, Leonardo Da Vinci conservata al British Museum di Londra.

[2] Il Portatore del Fuoco,Franco Napoletano, Ed.La Riflessione 2010, pag.140.